“Intendete forse censurare le mie parole e i discorsi di un disperato, che sono come il vento?”.
(Giobbe 6:26)
Nel dolore, nell’afflizione e nell’angoscia le persone spesso dicono cose che altrimenti non direbbero. Dipingono la realtà con tinte più scure rispetto a come la dipingerebbero se il sole tornasse a risplendere nelle loro vite. Cantano canzoni in tonalità minore e ne parlano come se quelle fossero le uniche tonalità esistenti. Vedono solo le nuvole e parlano come se non ci fosse un cielo oltre a esse.
Dicono: “Dov’è Dio?”, “Non ha nessun senso andare avanti”. O ancora: “Niente ha più senso, non c’è più nessuna speranza per me”. Oppure: “Se Dio fosse veramente buono, questo non sarebbe accaduto”.
Cosa dovremo farne di queste parole?
Giobbe dice che non dovremmo biasimarle. Queste parole sono come il vento, o letteralmente “per il vento”. Saranno velocemente portate via. Ci sarà un cambiamento di circostanze e la persona che stava perdendo le speranze si sveglierà dalla notte oscura e si pentirà di aver pronunciato parole avventate.
Quindi, il punto è che non dovremmo perdere tempo ed energie per biasimare quelle parole; saranno portate via dal vento. In autunno non c’è nessun bisogno di potare le foglie dai rami degli alberi. È solo tempo sprecato; sarà il vento stesso a portarle via.
Spesso ci infervoriamo a difendere Dio o la verità da parole che sono solo destinate al vento. Se avessimo discernimento, potremmo capire la differenza tra parole che hanno radici e parole che si volatilizzeranno nel vento.
Ci sono parole che sono radicate in errori profondi e nel male, ma non tutte le parole “grigie” provengono da un cuore oscurato. Alcune vengono tinte dal dolore della disperazione. Quello che spesso puoi sentire, non è necessariamente il pensiero più profondo di una persona. C’è qualcosa di reale in esse, ma è temporaneo – come un’infezione passeggera – reale, dolorosa, ma non è l’essenza vera di quella persona.
Impariamo a capire se le parole che vengono pronunciate contro di noi, contro Dio o contro la verità sono semplicemente destinate al vento – se sono proferite non dall’anima, ma dal dolore. Se sono parole al vento, allora aspettiamo in silenzio e non biasimiamole. Lo scopo del nostro amore è quello di ristorare l’anima e non di rimproverare la sofferenza.