Poiché dunque i figli hanno in comune sangue e carne, egli pure vi ha similmente partecipato, per distruggere, con la sua morte, colui che aveva il potere sulla morte, cioè il diavolo, e liberare tutti quelli che dal timore della morte erano tenuti schiavi per tutta la loro vita.
(Ebrei 2:14-15)
Gesù è diventato uomo perché ciò di cui c’era bisogno era la morte di un uomo che fosse più di un uomo.
L’incarnazione era Dio che rinchiudeva sé stesso nel braccio della morte.
Cristo non ha rischiato la morte, lui ha scelto la morte. L’ha abbracciata. Questo è precisamente il motivo per cui è venuto: non per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti (Mr. 10:45).
Non c’è da stupirsi allora se Satana ha provato ad allonta- nare Gesù dalla croce e lo ha fatto prima tramite la tentazione nel deserto (Mat. 4:1-11) e poi attraverso la bocca di Pietro (Mat. 16:21-23)! La croce è stata la distruzione di Satana. Come ha fatto Gesù a distruggerlo?
Ebrei 2:14 dice che Satana aveva “il potere della morte”. Questo significa che Satana aveva la capacità di rendere la morte temibile. Il “potere della morte” è il potere che tiene gli uomini in ostaggio attraverso la paura di morire. È il potere di mantenere gli uomini nel peccato in modo che la morte arrivi come qualcosa di orribile.
Gesù ha strappato questo potere dalle mani di Satana. Lo ha disarmato. Inoltre, ha forgiato per noi un pettorale di giustizia che ci rende immuni nei confronti della condanna del diavolo. In che modo lo ha fatto?
Con la sua morte, Gesù ha cancellato tutti i nostri peccati e una persona senza peccati non può essere condannato. Essendo stati perdonati, siamo finalmente indistruttibili. Il piano di Satana era di distruggere il regime di Dio condan- nando i seguaci di Dio nell’aula del tribunale di Dio. Ora, però, non c’è condanna in Cristo perché il tradimento del nemico non ha raggiunto il suo intento, ha fallito. La sua perfidia cosmica è stata sconfitta. “Possiamo sopportare la sua ira, perché la sua catastrofica condanna è sicura”.7 La croce lo ha trafitto. Il suo ultimo rantolo non tarderà ad arrivare.
Il Natale ci libera dalla paura della morte.
Gesù ha preso la nostra stessa natura a Betlemme per morire della nostra morte a Gerusalemme, in modo che po- tessimo essere senza paura nella città celeste. Si, senza paura, intrepidi, perché se la minaccia più grande per la nostra gioia non c’è più, allora perché dovremmo preoccuparci per le minacce più piccole? Come puoi dire: “Effettivamente, non ho più paura di morire, ma ho paura di perdere il mio lavoro”? No, non puoi. Rifletti!
Se la morte non ci fa più paura, siamo liberi, davvero liberi. Liberi di rischiare sotto il sole, per Cristo e per amore. Non siamo più schiavi dell’ansia.
Se il Figlio ti ha reso libero, sei davvero libero!